Vilnius Man

venerdì, marzo 25, 2005

Tapyba

Painting. Prime prove di pittura a tempera. Il docente, Kazimirianas (sicuramente scritto sbagliato), l’ho visto per la prima volta martedì pomeriggio, prima non mi ero proprio interessato del corso non per pigrizia, ma proprio perché mi è uscito di testa. Come volevasi dimostrare, non mi sono perso molto, solo che devo dipingere e dipingere e dipingere, facendo trasparire “quello che vuoi dire al mondo” (parole dell’insegnante). Questo mi mette di fronte a un bel problema, cosa vorrò mai dire al mondo? Insomma, lo so che il mondo ha bisogno di artisti che gli dicano quanto è pirla, è sempre stato così, ma ora che vengo messo nella posizione di dirlo, non so come dirlo. Tra l’altro è proprio quello il problema tanto eccitante dell’arte: trovare qualsiasi modo non convenzionale di dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche che il cielo è blu. E’ facile dire che Pollock era uno che buttava la vernice sul foglio, ma chi prima di lui l’ha fatto? E, molto più importante, chi giudica Pollock si è mai trovato davanti alla Foresta incantata? Anche se non ci capisci nulla di Action Painting, Pollock ti parla, ti chiude in un cerchio magnetico di attrazione che parte dalle tue viscere e ti opprime, ti fa sentire piccolo di fronte ai due metri circa di tela che parlano di vita vissuta. Pollock è lì, sulla tela e balla, corre, si incazza… vive.
Allo stesso modo, io sono sul pezzo di cartone dei Ritz sul quale ho ritratto la mia camera? I gesti sono i miei, ma sto parlando? Qualcuno all’accademia dice che ho una marcia in più in quanto non mi sono mai formato in una scuola di arte, ma .ho appreso tutto da me, il che mi renderebbe –in teoria- libero dai cliché. Non so che dire, solo che la pittura non mi dispiace. Mi tocca distruggere la realtà in scaglie di colore dalle mille tonalità e, con infinita pazienza, ricomporre questi tasselli mentali sul supporto. E’ pacificante e mi fa trovare la pazienza che di norma non ho.
Il luogo da ritrarre.
Primo paragone a metà dell'opera.
In dettaglio.
Lavoro concluso, sono abbastanza soddisfatto.

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