Vilnius Man

venerdì, marzo 18, 2005

+

Oggi ci sono circa +4°C. Il che significa che il tempo è uno schifo. Continua a piovere, invece di nevicare. Sulla neve ci cammino anche, ma per camminare sull’acqua ho ancora un po’ di coscienza da pulire. Ieri sera tornavo a casa proprio mentre la temperatura diventava positiva: sembrava che la città si stesse sciogliendo, rumore di acqua che scorre nei tubi e nelle grondaie e la neve che si stacca dai tetti e crolla pericolosamente al suolo con un tonfo sordo, che nel silenzio della notte risuona con violenza. Con questo tempo è pericoloso camminare vicino ai muri perché è possibile beccarsi una montagna di neve umida che casca da almeno 5 metri di altezza. O peggio, una stalattite di ghiaccio.
Le mie scarpe erano sostenibili con la neve, ma adesso il pediluvio tiepido è la norma. Credo che l’Akropolis mi vedrà presto, visto che con un pugno di Lita dovrei accaparrarmi qualcosa di dignitoso.
Ieri sera parlavo con Marco del modo che hanno certi Lituani di fare serata. Il discorso si è legato a quello che avevo fatto io con due amici locali riguardo alla differenza fra festa lituana e festa italiana, come la mia di sabato. Da noi la musica fa parte dell’atmosfera e resta in sottofondo lasciando la possibilità di parlare, mentre alle feste lituane la musica viene pompata al massimo e la gente non parla, beve.
Marco mi ha raccontato come più volte gli è capitato di vedere gente ubriaca fradicia prendersi a pugni con cattiveria tanto per spasso. Timas mi ha spiegato che alcuni fanno così, gente senza cervello, ma come spesso accade sono le minoranze armate a farsi sentire di più. I Lituani medi non fanno così, ma capita che i ragazzi ubriachi vengano a cercar grane. E’ successo un po’ a tutti qui, e la soluzione è ignorare gli attaccabrighe completamente, senza nemmeno rispondere e senza assolutamente fermarsi.
Appena tornato a Vilnius (il 7 marzo credo) stavo aspettando il taxi sotto casa quando passano due ragazzi che in lituano mi dicono -camminando- qualcosa tipo “hai una moneta”. Io, novizio, gli ho risposto in lituano con accento straniero “As nesuprantu”, che vuol dire non capisco. Vedo un bagliore nei loro occhi, si fermano e vengono da me. Ora, io mi trovavo sotto il portico d’accesso al mio palazzo, nevicava, era buio e questi cominciano a chiedermi dei soldi, perché sono poveri, non hanno da mangiare (cazzate) e mi mostrano la multa che hanno preso. Rispondo che non ho soldi, ma figurati! Uno straniero senza soldi? Do loro una lita, poi dico che ho solo euro e dicono che vanno bene, di darli qualcosa. Diventano sempre più insistenti al mio rifiuto, nonostante non sia una rapina sembra più un cazzeggio spinto con uno straniero sprovveduto. Ringrazio il taxi che è arrivato in quel momento, perché non so come sarebbe potuta andare avanti.
La lezione è ignorare chi viene a fare brutto, specie se è ubriaco, perché allora si arriva alle mani in un attimo e per motivi assolutamente futili. Senza rispondere, senza guardare negli occhi, ma andando via. Una piccola umiliazione autoelargita è meglio di un labbro rotto. Sono cose che succedono qui, nel paese col più alto tasso di suicidi dovuto al SAD (Seasonal Affective Disorder), con un passato grigio, un futuro incerto e una mentalità ancora in transizione da un sistema che dava poco ma dava di sicuro, a uno in cui bisogna rimboccarsi le maniche e il premio è proporzionale alla fatica fatta. Per ora il collante fra le due mentalità resta purtroppo l’alcol.

2 Comments:

  • ignorarli... devo provarci con quelli che vendono rose in corso como! in effetti è appena li guardi che attaccano!
    Temperatura a parte, il resto tutto ok? hai rimediato un posto dignitoso dove dormire o sei ancora sul divano maledetto?
    un abbraccio, eli.

    By Anonymous Anonimo, at 20 marzo, 2005 16:57  

  • Per poco meno di 100Lt (35 euro) ho trovato un materassone gonfiabile a due piazze con pompa elettrica (per gonfiarlo). Si dorme da dio adesso.

    By Blogger Jan, at 20 marzo, 2005 22:41  

Posta un commento

<< Home