Vilnius Man

mercoledì, marzo 30, 2005

Erasmus

L’esperienza a Kaunas mi ha fatto fare delle considerazioni sul tipo di alloggio da scegliere quando si è in erasmus. In quei due giorni ho dormito ospite di alcuni gentilissimi studenti che ci hanno offerto la loro stanza mentre questi si sono stretti nelle stanze delle rispettive ragazze, magari non li è pesato più di tanto, ma si capisce che “prestare” la propria stanza non è mai la cosa più eccitante.
In ogni caso, queste stanze si trovano in uno studentato in una zona di palazzoni sovietici. Tutti studenti internazionali, cucina comune con tavolata, palazzo ristrutturato (dentro), compagnia assicurata, solitudine esclusa. Dal dormitorio, però, raggiungere il centro vuol dire prendere un mezzo motorizzato. Va da sé che in mancanza di altro stare lì significa fare casino comunque.
Ora, però, ecco i punti che mi lasciano perplesso:
-C’è facilità a conoscere i Lituani quando tutto il tuo mondo può essere dentro quel palazzo?
-Starsene un po’ per conto proprio è possibile?
-Ho voglia di fare sempre casino con sempre le stesse persone?
-E’ veramente un erasmus all’estero o è una vacanza in una specie di universo parallelo?
-Quando si esce si esce spesso in grupponi internazionali da almeno dieci persone. Fa?
-La lingua ufficiale è l’inglese, che motivo c’è di imparare la lingua locale?
Contando che Kaunas non mi è piaciuta più di tanto, troverei più motivi di fare tutto nello studentato. Ma non credo che sarebbe quello che ho sempre desiderato, anzi, mi è sembrato in parte un cliché erasmico: le case con tanti studenti che fanno delirio tutto il tempo. Ed è anche facile che certe sere si finisca a fare “festa” per forza, sfaldandosi mediante alcol e droghe leggere e alla fine andando a dormire senza aver combinato effettivamente nulla. Usare l’alcol come fine invece che come mezzo (il che è del tutto sempre discutibile) mi sembra una cagata pazzesca e blandamente poco sana, oltre ad essere un divertimento che si spegne con la fine della sbornia e che lascia ben pochi ricordi da incorniciare. Sono felice di avere un appartamento tutto mio da gestire da me, dove invitare gente che ho conosciuto in un locale o altrove. Comunque gente che ho scelto. Nello studentato certe cose sono più scontate, siamo tutti lì, ci conosciamo e andiamo d’accordo per tutto il periodo. Io posso decidere chi non vedere e non me lo trovo tra le scatole a colazione, pranzo e cena. Mi sento meno condizionato al quieto vivere abitando in un nedidelis butas.
Riguardo ad imparare la lingua locale c’è chi può dire ma chi se ne frega del lituano, ma personalmente trovo arrogante parlare in inglese anche per ordinare un caffè. Quindi metto la lingua tra le priorità dell’erasmus.
Sbaglio o c’è qualcuno che dovrà mettersi a parlare ungherese?

7 Comments:

  • Hehe..l'ungherese è impossobile!e poi non è ancora sicuro che vado. Comunque le tue considerazioni mi confortano. Le condivido pienamente!

    By Anonymous Anonimo, at 30 marzo, 2005 15:15  

  • beh dai, anche l'ungherese non dev'essere malaccio... certo sarebbe più semplice imparare il sardo......... forse.
    Ad ogni modo d'accordo con te... non c'è nemmeno paragone, vivere soli è decisamente meglio e imparare la lingua non è affatto superfluo... e poi deve essere divertente no? :) bacino, eli.

    By Anonymous Anonimo, at 30 marzo, 2005 22:31  

  • No, no, dall'ungherese non scappi se finisci a Budapest, ti terrò d'occhio! Scrivi pure nei commenti se hai delle domande precise e vedrò di risponderti, nel caso tu non riesca a chiamarmi a casa.

    By Blogger Jan, at 31 marzo, 2005 03:03  

  • bellaaaaaa.....sono appena tornato da RIO de Janeiro, dove sono stato a trovare la Peppa in Erasmus...che delirio...li non devi imparare il portoghese...li devi imparare la lingua dell'ammmmmore...(e comunque il portoghese è fattibile)

    By Anonymous Anonimo, at 31 marzo, 2005 08:04  

  • Beh... a Rio nemmeno dev'essere male ;) un abbraccio, eli.

    By Anonymous Anonimo, at 31 marzo, 2005 17:02  

  • Capisco perfettamente quello che scrivi.
    Rispondo ai tuoi 5 punti in classico stile scolastico:
    1) Qui ci sono 2 tipi di studentati: quelli con solo internazionali, quelli misti. In ogni caso cambia poco, perche' gli svedesi non escono di casa e sono chiusi (tranne quando sono ubriachi, e lo sono solo nei locali).
    2) Con una stanza singola penso che starsene da soli sia ancora possibile, ma dipende molto da dove tu sia. (Ricordo che in italia era pressochè impossibile non essere disturbati da qualcuno quando andavo a trovare un amico al Canzio)
    3) Penso che in questo caso l'alloggio c'entri poco.
    4) Non fa troppo, ma è meglio di quei grupponi da 10 della stessa nazionalità (vedi americani ed australiani, qui in svezia)
    5) Per me lo svedese e' forse ancora meno necessario qui, però trovo interessante cercare di impararlo, più per una questione di rispetto.

    Argomentando un po' di piu', direi comunque che uno studentato ha i suoi vantaggi. Sei scazzato ed hai voglia di due chiacchere? Bene, vai in cucina o in camera di qualcuno. Non hai voglia di mangiare da solo? Bussa. Hai finito il burro? C'e' un altro frigo :).
    Dopotutto penso che la questione alcolica non sia tanto legata allo studentato quanto al luogo. Qui si alcolizzano dappertutto, e in italia di gente ubriaca negli studentati ne ho vista poca.
    Boh

    By Blogger Uppsomatosis, at 31 marzo, 2005 23:19  

  • buonanotte ;)

    By Anonymous Anonimo, at 01 aprile, 2005 00:44  

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