Vilnius Man

martedì, aprile 05, 2005

Viza/2

Oggi sono tornato al consolato bielorusso per tentare la fortuna e fare finalmente il visto. Al cancello, però, mi si presenta una situazione strana. Coda. Ma senza alcun criterio organizzativo. La gente è in fila e sembra che debba entrare appena un altro esce, ma non è del tutto così. Alcuni entrano, altri escono, altri aspettano in fila senza fare una piega. Davvero non comprendo il criterio. Giovanni e io ci mettiamo in coda e ancora alcuni entrano a blocchi, altri singolarmente, altri si fanno sorpassare senza dire nulla. Cerco un qualcosa –qualsiasi cosa- che dia un input riguardo ai criteri di entrata, ma più che altro mi sembra che la gente stessa non sappia perché aspetti, ma aspetta. Dico a Giovanni che è ora di fare i Lituani e appena aprono il cancello saltiamo tutta la fila e entriamo. Nessuno protesta, nessuno in realtà nemmeno reagisce. Sticazzi, siamo dentro. Alla porta d’entrata del consolato spunta d’un tratto il biondo di ieri e ci chiede –sempre in bielorusso- cosa vogliamo.
Io dico solo “Viza!
Ci fa entrare, pretty crowded, ci chiede i passaporti e FA UNA BATTUTA! Dice: “Oh, Italiaaano” con cadenza maccheronica e abbozza un sorriso. Gli faccio vedere che i documenti sono già pronti, ma comunque sparisce dietro la porta e torna con un altro burocrate pelato. E adesso comincia la mezza fregatura dei nemici imperialisti. Il pelato ci dice che dobbiamo aspettare sette (?) minuti che arrivi il consulente turistico (?). Gli dico che vogliamo fare il visto per conto nostro ma mi ignora del tutto, un po’ facendo anche orecchie da mercante. Aspettiamo.
Arriva il consigliere turistico, è Lui, il bozzetto brutto di ieri e ci porta nel suo ufficio, cioè il tavolo pubblico altezza uomo. Guarda le nostre scartoffie, aggiunge delle frasi in cirillico e ci chiede 90€ a cranio…
Abbiamo solo Lita, allora dice che il cambio è 3,5 a 1 e allora dobbiamo dargli 315 Lt a testa, Giovanni gli risponde che intanto il cambio è semmai 3,45 (giusto per non fare i fessi) e allora il bozzetto risponde che no, QUI nel consolato è 3,5… poi dice che vanno bene anche 310 Lt (?).
Paghiamo, il brutto inizia a vagare per gli sportelli per un’ora e poi torna con i nostri magnifici visti!
Ci spiega che il nostro recapito bielorusso dovrà essere l’hotel Minsk, ma noi abbiamo già una casa, così dovremo avvertire che andiamo altrove e dire dove. Leggo su Minsk in Your Pocket che non è raro venir svegliati nel cuore della notte da una telefonata (di controllo). Ma si può? Leggo anche che per avere un telefono cellulare con numero bielorusso bisogna fare un po’ di acrobazie:
1) Start-up fee da 87,00br (belarussian roubles)
2) 17,200br rental fee mensile da pagare in anticipo
3) e come se non bastasse, il telefono va testato alla modica cifra di 40,000br
Ora, cosa vorrà dire che il telefono va testato, se non che va adattato al controllo da parte dei servizi di sicurezza (aka di repressione della libertà di parola) a proprie spese? Sono convinto che ne vedrò delle belle (in senso ironico), sono curioso da morire di vedere un paese che ancora conserva una via Lenin e statue socialiste. Una Repubblica Indemocratica fondata sull’Anacronismo Storico.
Il visto! Spero che non mi asciughino perchè i geni hanno scritto "An" invece di "Jan".

5 Comments:

  • uhm.... io mi preoccuperei se fossi in te... :) La J potrebbe fare la differenza... ad ogni in modo speriamo di no. kiss.

    By Anonymous Anonimo, at 05 aprile, 2005 20:43  

  • beh? e poi? kiss. eli.

    By Anonymous Anonimo, at 07 aprile, 2005 15:40  

  • E poi cosa? Vado a Minsk il week-end prossimo... :)

    By Blogger Jan, at 07 aprile, 2005 19:45  

  • Considerato che vieni da una nazione, l'Italia, che detiene il maggior numero di intercettazioni telefoniche al mondo, e considerato che il fatto che il tuo cellulare non sia 'testato' non voglia dire che tu non subisca controlli, non ci trovo niente di nuovo.

    By Blogger Uppsomatosis, at 10 aprile, 2005 02:48  

  • Non mi preoccupa il fatto di venir controllato in quanto ho la coscienza pulita e nulla da temere. Il problema si pone quando ciò che dovrebbe essere una libertà fondamentale, cioè la libertà di espressione e la libertà di opporsi -anche pacificamente- a un sistema viene trattata come un crimine. In questo caso non è ammissibile intercettare le chiamate per cercare questo tipo di "criminali" (oltretutto in modo del tutto arbitrario, mentre in Italia ci sono delle procedure legali da seguire). C'è una bella differenza fra il controllo esercitato da un paese che ha la sovranità fra i suoi cittadini e soprattutto si basa sulla divisione dei tre poteri fondamentali e quello esercitato da una dittatura. Lukashenko (Лукaшенкo) è la legge in Bielorussia e ha libertà assoluta sul suo popolo e questo non va bene.

    By Blogger Jan, at 10 aprile, 2005 20:13  

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