Vilnius Man

lunedì, aprile 04, 2005

Changes

Passato effettivamente il primo mese, la situazione si assesta, il che non significa che Vilnius sia meno spassosa. Ammetto che fino ad ora per l’accademia ho fatto veramente poco, direi il minimo necessario, sfruttando anche la fama che mi circonda grazie all’università che mi ha mandato qui. Alle lezioni vado, sia chiaro, faccio quel che c’è da fare ma non tento di distinguermi a ogni costo. Insomma, il primo mese è il mese orgasmico da nuova vita, è quello della sensazione inspiegabile di libertà mista alla consapevolezza di avere il potere sulla propria vita… e questo porta a fare festa sempre.
Omeostaticamente, il corpo trova l’equilibrio: grande talento nel fare casino, poca creatività all’accademia. Infatti fino ad ora l’unica cosa che mi ha sempre distinto (allori sui quali mi sono bellamente seduto) è la mia capacità a fare schizzi veloci ma comunicativi. Il resto, invece, era tutto un po’ così così a mio parere.
Adesso invece so che se esco mi diverto da matti, so che ogni giorno devo aspettarmi qualcosa di sbalorditivo (succede di tutto qui) e quindi adesso voglio altro. Eccomi a trovare la voglia e la costanza di produrre qualcosa di buono per l’accademia. E le idee buone e nuove mi vengono se tengo a mente il progetto. Proprio oggi il professore ha detto “cool idea”, e questo mi ha dato una nuova vibrazione, un nuovo oggetto di ricerca, un nuovo obiettivo: festa va bene, ma dovrò ben portare a casa qualcosa di fatto. Nel senso professionale intendo, perché sul piano personale le esperienze che sto facendo qui sono tantissime.
Altri cambiamento è quello del tempo. Oggi ho tolto la giacca verde della foto del post precedente per mettere quella più leggera di pelle. Fa caldo.
E’ incredibile come la città si sia popolata di gente, è proprio come la primavera in cui crescono i fiori dal nulla. Che felicità e che differenza da due settimane fa, quando c’erano ancora -10°C!
Amo questa città, amo la sua gente, amo i tassisti scazzati, amo i portabandiera su ogni muro, le porte che si aprono pericolosamente verso l’esterno, le convalidatici a mano nei bus, gli ubriaconi che puzzano di birra economica e aglio, l’orgoglio di ogni bandiera, i russi col borsello, i turisti italiani riconoscibili dalla luna, la gente che ti ruba sorniona il posto in coda, la pigrizia dei camerieri allo ZaZa, il Chili Kaimas coi suoi cepelinai affogati nel grasso, le mie scarpe che si stanno consumando, dormire poche ore, la birra Švyturis, gli skater al palazzo dell’opera, la pasta schifosa molle e immangiabile, gli gnocchi alla romana che erano poi conchiglioni scotti all’aglio, aglio, aglio e peperoni, il Brodvėjus con le sue avventrici avvenenti e arrapate, l’atmosfera di cambiamento. Soprattutto.

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