Vilnius Man

mercoledì, giugno 01, 2005

Riga

Nove ore prima della partenza ero ancora certo di andarci da solo. Nessuno voleva venire. Durante la cena, però, un ragazzo portoghese ospite di un mio amico ha espresso la volontà di vedere un po’ di più della sola Vilnius. L’ho invitato a venire con me, nel caso decidesse di venire gli ho chiesto di darmi un colpo di telefono verso le sette del mattino. Per fortuna mi chiama alle 06:40, non ho sentito la sveglia e rischio di perdere il bus, che parte alle 07:30. Mi scaravento nella vasca, butto due cose nello zaino e corro a prendere il filobus diretto alla Autobusų Stotelė. Giusto il tempo di comprare una bottiglia d’acqua per il viaggio, incontrare il mio compare e possiamo partire. Alle 09:30 il bus fa tappa a Panevežys, ne approfittiamo per comprare dei panini, in coda dopo un personaggio dalla faccia stanca e abbronzata che a quest’ora trova giusto comprare due birre fredde in uno squallido baretto gestito da una scocciatissima signora di trent’anni.
Arriviamo a Riga e come sempre la prima domanda che mi pongo è “ma dove cazzo siamo”. Non esistono ancora riferimenti, la città mi è nuova, non so come è orientata la stazione del bus, non vedo cartelli che rechino il nome della via, così deduco. La mia acuta deduzione mi porta dalla parte opposta di dove vorrei andare, così do la colpa a una città che si diverte a girare su se stessa mentre il turista cammina. Alla fine trovo l’hotel. E’ sovietico, squallido e brutto, ma non troppo sporco. Il bello dei paesi freddi è che per quanto gli hotel siano lerci, è difficile trovare scarafaggi. Facciamo il check-in, il prezzo è talmente basso che il mio compagno chiede se non sia per caso un prezzo per persona. “No”. Comunque, in camera non c’è il bagno, ma c’è la TV… questione di priorità. La camera trasuda puzza di sigaretta dalla sua parete color cacchina chiara. Posiamo i bagagli, metto il giaccone NATO antiasteroidi che fuori pioviggina e ha inizio il giro stakanovista per le vie di Riga. La città è stupenda, la Vecriga, la città vecchia, è piena di stradine strette e romantiche che si insidiano tra i palazzi del diciassettesimo secolo e i magazzini medievali. Un gioiello. Un po’ per culo, un per voglia di far fruttare i due giorni, riusciamo a vedere tutta la Riga essenziale.
Il mio compagno portoghese, nonostante lo conosca da neanche 30 ore, è un buon compagno di viaggio nonostante la sua fastidiosa abitudine di camminare dietro di me invece che di fianco, e di cambiare lato troppo spesso. Accettabile, ma strano. Meglio, sono l’animale dominante e decido io che si fa.
Casette vecchie a parte, due cose mi colpiscono: la via di case in Jugendstil (Riga era abitata da 30000 tedeschi fino alla chiamata in Patria di Hitler) progettate dall’architetto Ejsenstein, padre di Ejsenstein regista della “Corazzata Potiomkin” (la cagata pazzesca). Ho sempre apprezzato –nonostante l’insensatezza- gli ornamenti di questo genere e la via in questione mi ha affascinato (Alberta iela); e il Museo dell’Occupazione, impressionante testimonianza della riluttante annessione all’URSS della piccola Lettonia.
Non ho mancato di godere di alcuni retorici esempi di architettura stalinista che sempre mi attrae.
In alcuni momenti Riga mi è sembrata una via di mezzo fra Vilnius e Minsk. I Russi sono l’etnia in maggior numero in questo paese, così non ufficialmente la seconda lingua (dopo il lettone) è il russo e molto spesso insegne e scritte sono leggibili anche in cirillico (che ormai domino!). Il lettone sembra un dialetto stretto del lituano, molte parole sono però differenti e nonostante le mie discrete conoscenze di lituano basic non sono riuscito a farmi capire se non nel diffusissimo inglese (parlavo a gesti e lituano inventato, quando la commessa mi risponde in inglese con accento di east end).
Per concludere, una città che merita. Più grande di Vilnius, forse troppo dispersiva per farci un erasmus (raggiungere ogni punto in 10 minuti è troppo figo qui) ma è anche dotata di una città vecchia molto più bella e romantica.
Sabato parto per San Pietroburgo e poi Mosca. Per Tallinn forse dovrò aspettare metà giugno.


Stakanovismo e turismo accomunati da una giacca tuttofare


Viuzze e scorci. Gli scorstamenti aumentano la reazione poetica della città


Jugendstil in Alberta iela


Uno sfigatissimo palazzo in stile stalinista

3 Comments:

  • Ma sei sempre in giro! Aspetto il blog sulla Russia.. Ciao

    By Anonymous Anonimo, at 07 giugno, 2005 14:20  

  • jan! alles gute zum geburtstag;) sophia

    By Anonymous Anonimo, at 11 giugno, 2005 16:39  

  • Bella Jan! Tanti auguri e buon pramogu! Alan ha ragione. Non puoi trascurarci così! Qui si aspetto un nuovo articolo! Niki

    By Anonymous Anonimo, at 13 giugno, 2005 13:06  

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