Vilnius Man

sabato, luglio 16, 2005

Conclusions

Chissà se sarò in grado di gestire la Sindrome di Little Tony™, l’uomo che non riesce a vivere nel presente, ma coltiva le emozioni fuori tempo di un epoca per lui d’oro. Vive negli anni ’60 da 40 anni e non si aggiorna. Chissà se riuscirò ad appiattirmi il ciuffo cotonato e continuare a camminare riambientandomi alla mia vita di prima, ma con occhi nuovi. Non posso tornare in Italia e fingere che nulla sia cambiato.
Cinque mesi sono passati, cinque mesi in una nuova realtà, fatta di persone nella mia stessa situazione, di emozioni che non pensavo di poter vivere, di esperienze che mi hanno cambiato la vita e che mi hanno portato a guardarmi allo specchio e farmi credere –finalmente- di essere diventato un adulto. Uno che ha provato a capire cosa vuol dire essere lanciati dall’aereo senza lezioni di paracadutismo. E’ stato così bello imparare ad aprire il paracadute cadendo fra le nuvole e l’aria fredda di un cielo nuovo. Senza troppi pensieri, ma seguendo l’istinto nella lettura del manuale d’istruzioni della vita che avevo già con me. Un libro che si è riempito di pagine man mano che la caduta proseguiva e che ha fatto sì che l’atterraggio fosse dolce.
Forse si possono indicare delle linee guida per la propria lezione di volo, almeno è quello che io ho capito e cercato (spesso a manica larga) di seguire man mano che il tempo passava:

1. Sii aperto, lascia che ciò che ti circonda ti passi attraverso e ti lasci una traccia, nel bene e nel male.
2. Sii critico con te stesso, mai con gli altri, adeguati a ogni situazione ma conserva i tuoi valori.
3. Viaggia. Costruisciti una visione multilaterale del luogo dove ti trovi.
4. Non aver paura, i problemi fanno parte dell’esperienza e si combattono con i primi due punti.
5. Non cercare mai la parte negativa, tutto ha comunque due facce, in questo breve periodo conviene godere di quella buona.
6. Vivi la tua vita, non preoccuparti di cosa fanno e pensano gli altri e vedrai il vero te stesso.
7. Sii rispettoso, abbi gratitudine verso l’ambiente che ti ospita anche se l’aggressione sembra la miglior difesa.
8. Vivo l’attimo, non pensare a cosa succederà domani altrimenti arrivi a fine erasmus come Little Tony.
9. Sii responsabile, aver rimorsi o sensi di colpa vuol dire non esserlo stato.
10.Sorridi e respira.

Che poi questi “comandamenti” si possano applicare al resto della vita, penso non ci sia dubbio, ma in erasmus è tutto più facile. Nessuno ti conosce e non ha pregiudizi; molti sono legati all’immagine originale della persona, se per esempio a scuola ero uno sfigato è difficile cambiare fama tra gli ex-compagni senza una rivoluzione. L’erasmus è una specie di modello in miniatura della vita e concede tutto partendo da zero. Se poi fossi uno sfigato davvero, l’avrei capito perché non sarebbe cambiato niente.
Adesso tornerò a casa, casa? A Milano? A Vilnius? Si, è finito il mio periodo qui, mi manca ciò che ho lasciato indietro (ma mai dimenticato) ma allo stesso tempo non voglio tornare. Mi trovo nel mezzo, fra emozioni che si scontrano. Sono qua da solo e ho creato una vita nuova qui perché io sono io e sono così e l’idea mi fa impazzire di gioia. Sono arrivato da solo e me ne andrò non da solo, ma pieno di indefinibili piccole e grandi cose che hanno reso questo tempo l’esperienza di una vita concentrata in pochi mesi.
Ma ho capito che non siamo robot, tutti abbiamo delle radici. Ci ho pensato spesso, se mi manca la mia città originale, non sono indipendente? Come faccio a recidere questo legame in modo naturale e positivo? Questo legame mi serve o è un limite a quello che potrei fare nella vita? Amare è lasciare andare, quindi in teoria non dovrei voler tornare. Ma è proprio perché amo che voglio tornare. Ho lasciato andare più che ho potuto, ma allo stesso tempo mi hanno lasciato andare anche loro, in Italia.
Più ci lasciamo andare, più ci troviamo vicini.
Non c’è dubbio, siamo fatti per avere qualcuno. Siamo animali sociali. Più cerco di essere solo, più mi rendo conto che la completezza è l’unione di due parti. Una cosa è una, ma non è con-pleta.
Si, tutto sarà cambiato.