Vilnius Man

mercoledì, giugno 29, 2005

Voices

E’ una baggianata, ma non posso fare a meno della voce che nel filobus annuncia la prossima fermata. Ha un accento tutto suo, leggermente antiquato, e pronuncia il nome di certe stazioni in un modo che dà dipendenza, come per esempio Karaliaus Mindaugo (che pronuncia Karalious Mìndoogo) o ancora meglio Tuskulenų Dvaras, con la prima ‘a’ di dvaras allungata all’inverosimile. Il tutto corredato dalla parola ‘stazione’ che si dice stotelė, ma lei lo pronuncia stoatieli, con tono ascendente da far impazzire il dottor Gonzo nella sua vasca da bagno di Las Vegas.
E poi sono stato nella metrò di Mosca, anch’essa ti ipnotizza parlandoti, ma solo oggi ho trovato un ragazzo che mi scrivesse esattamente quello che dice. La voce femminile russa ti invita con estrema gentilezza e decisione a fare attenzione alle porte e ti annuncia la prossima fermata. Il gioco di lettere morbide e dure, unito al ritmo della frase mi cullava durante il tragitto di vari minuti fra una stazione e l’altra. Suona più o meno così: Astarožnie, dverizekriuvaiuze, sleduščaie stànzie Rižiskie. Dverizekriuvaiuze sono in realtà due parole (le porte si stanno chiudendo) ma suona così, una musica per le mie orecchie.

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