Vilnius Man

domenica, febbraio 20, 2005

Reds

Mi sono svegliato verso le nove, il mio letto fa schifo, e' durissimo e poi non e' un vero letto, ma un divano letto. Troppo corto, devo dormire obliquo perche' i braccioli fanno da barricate. In mezzo il letto e' percorso da un canyon (l'unione fra sedile e poggiaschiena appiattiti). Ho guardato fuori e stava nevicando... ma sono uscito lo stesso per cercare il malefetto adattatore per la corrente del mio portatile. Qui hanno due buchi sul muro e la mia spina ha tre pistulini. Fastidio, perche non posso ascoltare la mia musica ma devo sottostare alle regole di MTV (via cavo...). I film americani che passano in TV sono irritanti, perche sono tradotti come in Polonia, con un tipo che ci parla sopra, senza che venga tolta la lingua originale, ma ci parla sopra a volume piu' alto. Bah!
Comunque, l'adattatore.
Ho girato un mega centro commerciale (si, c'e'), due negozioni, un Sony Center. Niente. Mi sa che faccio prima a ricomprare il cavo. So oltrepassato il fiume Neris e sono rimasto colpito dalla testimonianza socialista che ancora vige qui. Il ponte ha su entrambe le estremita' e lati delle statue. Immagini di gloriosi membri della societa' sovietica Lituana intenti a mostrarci il radioso avvenire della nazione (che poi al tempo non era nazione ma regione occupata dai russi, bravi). Due soldati di bronzo impugnano una bandiera che riporta all'estremita' falce e martello.
Sottolineo una cosa: non sono qua per esaltarmi col comunismo, non prendo in giro nessuno, solo c'e' una certa dimensione onirica qui per me. mi trovo in un luogo soggiogato da anni, schiacciato da un ridicolo dogmatismo imposto dai sovietici. Incredibile come non capissero quanto fossero ridicoli. Quanto fossero stronzi e alla fine per quanto costruttivisti... erano dada! Oggi, dal 1991, e' un paese finalmente indipendente.
E' pieno di palazzi in pieno stile sovietico, gia' solo l'opera, davanti a a casa mia, e' un mezzo delirio breshneviano. Pero c'e' un'atmosfera qui... di rinnovamento, di crescita. ma con questo mistero di fondo dell'epoca rossa. Troppo bello!
Un piccolo P.S.: ieri sono stato alla prigione-museo del KGB, denominato museo del genocidio. tanto per far capire che visione hanno qui quel periodo.

Il teatro dell'opera, di fronte a casa mia si commenta da solo.