Vilnius Man

lunedì, gennaio 17, 2005

Sex

Si, proprio, vado su proprio per quello. Bravo, hai proprio capito tutto. Un bel luogo comune per cominciare la giornata. Poi forse avrei accettato la battuta se me l'avesse fatta in privato, con la faccia da chi sa il tuo segreto, quello della setta segreta che va il erasmus perchè li si fa quello. Invece no, stavo chiacchierando con dei compagni di corso, ragazzi e ragazze, e arriva lui, con una vaga espressione forzata da uomo accettato e comincia a sparare vaccate dal contenuto in oggetto. Io mi sono imbarazzato subito, speravo che capisse che il mio sorriso era di circostanza, ma lui andava avanti.
Io vado in erasmus in quello che fu un paese dell'est, del blocco sovietico, con tutte le storie di dolore e soggiogamento che questo ha comportato. Vado a visitare un paese che ha perso un milione di compatrioti con i migliori auguri del compagno Stalin e del nemico-amico Hitler (che adesso sono fantasmi, come loro), che ha subito radicali trasformazioni sociali, nel bene e nel male, che oggi ha ritrovato un orgoglio sempre tenuto sotto controllo negli anni di dominio nazista e poi sovietico.
Qualunque cosa mi succeda, io voglio essere presente e attivo. Sono oggetto di una dislocazione, che fa ripensare a me stesso in modo differente.
Ma tu, con la tua felpa della A-style che riprende il logo Esso con una "S" davanti che osi portare a lezione e sederti in terza fila, vai a quel paese, vattene in un posto convenzionale, dove non serva sensibilità e previa conoscenza di un minimo di cultura locale, vattene a far pena a qualcun'altro, che a me la mancanza di rispetto verso altre persone mi offende da morire, vattene dove si può scherzare in preda a un raptus di frustrazione nei confronti dell'altro quello.
Vai a quel paese, basta che non sia il mio.